Re-fuge riflette criticamente sul futuro dei rifugi alpini, i cui ambienti diverranno, in un futuro imminente, inevitabile specchio di nuovi comportamenti umani, simbolo di una rinnovata consapevolezza raggiunta in un delicato periodo storico. Il rifugio alpino cambia passo, evolvendosi in laboratorio di sperimentazione sociale d’alta quota, a favore di un “turismo di rinascita” sciente e responsabile.
La collaborazione con il Club Alpino Italiano di Milano sviluppa un progetto di interni per la riqualificazione degli spazi, partendo da un’analisi tipologica, morfologica e tecnologica dei manufatti alpini e indentificando rifugi-tipo all’interno dell’odierno panorama lombardo. L’evoluzione storica dei rifugi ne ha consolidato l’apprezzamento da parte di un pubblico sempre più ampio e diversificato e oggi si manifestano come presenze indispensabili e preziose, protagoniste indiscusse di un quadro alpino in un inarrestabile divenire.
L’accoglienza d’alta quota deve misurarsi con nuove sfide, quali la digitalizzazione e la sicurezza, oltre che l’imprescindibile sostenibilità e l’autonomia energetica, nel totale rispetto dell’ecosistema naturale. Una rigenerazione dell’ambiente-rifugio a favore della permanenza di un’utenza eterogenea che cerca nella solitudine del rifugio confort e benessere, senza per questo dover rinunciare alla tradizionale ospitalità tipica della montagna e alla convivenza, nella nuova era di emergenza socio-sanitaria. Una scommessa che diverrà realtà, rinnovando in chiave consapevole l’essenza irrinunciabile propria dell’abitare la montagna.
IL CONCEPT DI PROGETTO / da promiscuità sociale a convivenza consapevole
I rifugi alpini presentano ambienti per loro natura condivisi: l’utente si interfaccia con locali-tipo specifici, tra spazi dedicati all’accoglienza e ai servizi e il quadro generale presenta con evidenza come siano delle realtà strettamente ancorate al passato ed estranee ai vantaggi che la contemporaneità può offrirgli. È necessaria una rigenerazione dell’ambiente-rifugio in un’ottica funzionale e innovativa, a partire da una fluida redistribuzione spaziale fino ad una rigenerazione materica e tecnologica, nel totale rispetto dell’ambiente naturale che li accoglie.
Parlando di spazi per loro natura condivisi risulta inevitabile fare un paragone con il panorama a noi contemporaneo, in cui è sempre più diffuso il concetto di “sharing” in relazione ad ambienti appartenenti a realtà tra loro diversificate. Si condividono gli spazi abitativi, di lavoro, fino alla condivisione di altre realtà quali la ristorazione o l’istruzione, con soluzioni flessibili che alternano spazi comuni e spazi privati. A questa nuova pratica sociale, manifesto dell’inizio di una grande evoluzione dell’interior design, si ispirerà anche la nuova era dei rifugi.
I rifugi alpini della nuova era si trasformeranno, diventando dei laboratori sociali in cui saranno abbattute barriere fisiche e mentali, mostrando un modello di socialità innovativo fondato sulla condivisione consapevole: i concetti di soggiorno, di ristoro e di pernottamento di evolveranno, a favore di un design al passo coi tempi che risponderà appieno alle disparate esigenze dell’utenza nella sua eterogeneità.
